Anni ’50. In una Bassa candida e caldissima, tra argini mosche e profumo di soffritto vive Don Guido, un pretino sanguigno che si preoccupa dello stato di salute delle sue anime e della sua chiesetta, da tempo pericolante. Nella canonica vive anche la Marisa, perpetua pettegola segretamente innamorata di lui. Poi c’è lo Zoppo, l’unico in paese ad avere i soldi per restaurare la chiesetta, ma il meccanico ex-partigiano è il prototipo dei “mangiapreti” e ben si guarda dall’allungare i baiocchi. A minare la sopportazione di Don Guido ci si mettono anche i “cinni” (i ragazzini del paese) che gli ronzano attorno come tafani mentre il quadro parlante di un vecchio zio cardinale lo rimprovera continuamente, come fosse la sua coscienza.