Alla fine le intenzioni di Aldo emergono come un fulmine a ciel sereno. Questi (sua madre è morta in carcere, Don Matteo l'aveva costretta a confessare la sua colpevolezza, e Aldo pensa che sia solo colpa del prete) dopo aver ucciso un medico (suo cliente di un farmaco) pone infatti la sua vendetta a Natalina, per colpire indirettamente don Matteo, e farlo soffrire. Natalina dopo vari svenimenti finisce in ospedale, e risulterà che da tempo il suo organismo assume veleno. Ma anche in ospedale sotto osservazione, a distanza di giorni non se ne viene a capo, e i vari responsi risulteranno ancora positivi al veleno. È come se Natalina anche in ospedale continuasse ad assumere veleno! Alla fine solo don Matteo ne intuisce la fonte: a provocare l'intossicazione è un braccialetto che lo stesso Aldo gli aveva appositamente regalato, appunto per vendicare la propria madre, arrestata per l'omicidio del marito. La donna insieme all'allora Aldo bambino, finì in carcere perché, convinta dal giovane parroco don Matteo, confessò alle autorità l'estremo gesto che l'aveva spinta ad uccidere il marito. Il carcere ha segnato profondamente Aldo, in primis per la morte della madre, ma anche per l'abbandono di don Matteo, che promise di aiutarli e invece seguì la sua vocazione e si recò in Brasile come prete missionario. Don Matteo si sente estremamente in colpa, ma non tollera che Natalina sia oggetto di vendetta, sicché lo fa arrestare, ed ella per fortuna riesce a sopravvivere. Intanto in casa Cecchini sale la tensione, per le seguenti motivazioni: Giulio riceve una proposta di lavoro dal ROS a Roma, ed è combattuto circa la scelta, e si aggiunge che Lia è stata promossa al concorso dell'arma, sicché è stata costretta ad avvisare lo zio maresciallo, e questi infuriatosi, punta il dito sul capitano. Le due contendenti, Lia e Bianca, con un colpo di testa nella stessa sera, arrivano a baciare con passione il bel capitano. Il giorno dopo però, entrambe le donne si pentono e, prima una poi l'altra, si scusano per il comportamento impulsivo, ma è chiaro che le ragazze sono pazzamente innamorate, ed entrambe hanno un grande ostacolo: Bianca quello dell'amicizia di sempre, Lia quello della parentela (infatti ella è la cugina di Patrizia, moglie deceduta del capitano). Cecchini giunge alla ragione, naturalmente solo dopo aver parlato con don Matteo, sia per la scelta di Lia che per quella del genero. Ecco il giorno dei saluti, Giulio e Martina partono per Roma, quasi tutti piangono, in particolare Lia e Bianca. Inaspettatamente però, dopo aver percorso una manciata di km, il capitano viene assalito da una forte emozione dopo che la figlia con una frase sentita dal nonno, dice: «Papà non essere triste! Lo sai cosa dice sempre il nonno? Che la felicità è dove stanno le persone a cui vuoi bene». Il capitano dunque ferma l'auto e torna indietro, quindi annunzia, a coloro che minuti prima aveva salutato: «Veramente non andiamo più a Roma, niente è più importante delle persone che ami».